Avevo letto La mano sinistra di Dio prima che diventasse una serie tv, ed ero curioso di rileggerlo ora che è terminata e posso ripercorrere il libro alla luce di come è stato reinterpretato ed evoluto.
Non è il capolavoro che mi aspettavo e ricordavo. Il passeggero oscuro che mi aveva così colpito in una prima lettura, sembra più ingenuo e molto meno radicale che nel telefilm. Dexter si sbrola troppo e troppo a lungo con il non essere umano, essere freddo, essere senza emozioni, ma in realtà ogni scelta critica del romanzo è guidata proprio da queste emozioni che nega di avere.
Anche se la trama è debole e non è presentata come se fosse un giallo onesto, è comunque un esperimento notevole, un'indagine sulla mente umana e sui suoi istinti peggiori. Merita di essere letto da ogni amante del genere.
Alla luce della serie tv e del grande lavoro che ha fatto sui personaggi, tutti sembrano caricature, marionette pazze, in questo romanzo. La Guerta un'idiota che pensa solo alla politica, Deborah una frignona senza speranze, Doakes un tizio paranoico ed iperaggressivo senza uno scopo preciso a parte sembrare l'ovvio-ma-ovviamente-sbagliato sospetto per il lettore, per un po', lo stesso Masuka con la sua ironia.
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