sabato 19 luglio 2014

Fiori per Algernon - Daniel Keyes

Charlie è un ritardato, ha un quoziente intellettivo molto basso ma ha un grande desiderio di imparare e migliorare se stesso. Frequenta una scuola ed ha imparato a leggere e scrivere nonostante le difficoltà.

Quando si presenta l'occasione di fare da cavia per un'operazione sperimentale in grado di renderlo più intelligente, si offre volontario senza ripensamenti.

Fiori per Algernon è il diario di Charlie, in cui annota come sta vivendo il periodo di crescita intellettuale successivo all'intervento.
Lo seguiamo migliorare il suo stile di scrittura ed aprire gli occhi sul mondo.
Le persone che non riusciva a capire ed interpretare in precedenza iniziano a sembrargli sempre più chiare, crudeli ed ostili nei suoi confronti, tante memorie felici vengono reinterpretate come prese in giro e cattiverie.
Charlie analizza alla luce della sua nuova intelligenza il suo passato, rendendosi conto per la prima volta delle discriminazioni subite, nonostante "fosse anche lui un essere umano", ed inizia a combattere per questo diritto, per non essere più una semplice cavia.

Nei vari momenti di crescita dell'intelligenza Charlie passa ciclicamente da fasi in cui pensa di sapere tutto, di capire ogni cosa, a fasi in cui gli si illumina una macrostruttura su quel che ha appreso, permettendogli di salire di un nuovo livello. La descrizione di queste crescite cicliche e del disagio che creano, allontanandolo dalle persone che gli stanno attorno, che ha avuto appena il tempo si sfiorare come intelligenze alla pari, sono forse i momenti più toccanti.

L'altro grande tema del romanzo è il rapporto di Charlie con le donne.
Dapprima questa attrazione viene mediata dal suo rapporto affettivo con il topolino Algernon, anche lui sottoposto all'esperimento, che Charlie rapisce e salva dal laboratorio, vedendo in lui un miraggio del suo futuro.
La crescita di questo legame viene specchiata da una apertura ai rapporti umani, alle donne che frequenta, in laboratorio o nella vita personale. La sua attrazione ed i suoi istinti sono repressi a causa della madre e risalgono prepotentemente quando si trova ad affrontarli anziché canalizzarli in Algernon.
Solo quando riuscirà a superare questi blocchi e a vivere per un breve periodo una vita sentimentale onesta e aperta, avrà il coraggio di affrontare la madre e la sorella che non vede da quando era bambino.

Fiori per Algernon è toccante, struggente a volte. Viviamo con Charlie il dramma della stupidità e poi dell'intelligenza. Il primo distruttivo in maniera passiva, il secondo in maniera attiva, perché solo l'alcol e lo stordimento conseguente permettono a Charlie di rapportarsi serenamente alle persone che frequenta, a liberarsi del senso di dissociazione tra il sé attuale ed il vecchio Charlie.

Daniel Keyes è uno psicologo come formazione e si sente molto nella narrazione.
Apprezzo che abbia scritto un romanzo di fantascienza non parlando di antimateria, motori a singhiozzo ionico e cose di cui non capisse davvero la logica, ma basandosi sul lato umano delle storie, sul lato psicologico ancora più spesso. Essendo il suo elemento, il risultato è coerente ed avvincente, senza pecche (se non quelle dovute al tempo, dato che molti assiomi della psicologia di 60 anni fa sono stati dismessi).
Gli si perdonano persino i tentativi di educare i lettori sui meccanismi della psiche umana spacciati qua e là per ragionamenti di Charlie. Purtroppo spiccano molto perché in tutto il resto della storia viene usato uno stile asciutto ed essenziale, in cui non viene raccontato nulla di superfluo, mettendo eccessivamente in evidenza l'Angolo delle Curiosità.

La traduzione in italiano penso faccia perdere molto al romanzo. La scrittura frammentata e piena di errori di Charli ad inizio libro non è credibile ed è molto disturbante. Gli errori non sono quelli comuni che ci si può aspettare da chi non sappia scrivere bene, a volte sembrano non essere stati "pensati" con attenzione. L'uso di termini colti o di un vocabolario complesso "sotto" agli errori, li rende ancora più ridicoli. Il Charlie che ci viene descritto avrebbe usato parole più semplici.
Lo stile "sotto" agli errori cambia in maniera troppo lieve con l'esplodere delle sue capacità, dopo l'apprendimento di dozzine di lingue e l'assorbimento di tutta la letteratura a cui avesse accesso. Questo non è ragionevole.
 
Fiori per Algernon ha vinto uno Hugo Award sotto forma di racconto, poi espanso alla dimensione di romanzo, premio Nebula questa volta. Penso che il tipo di storia raccontato fosse molto più adatto ad un racconto, più rapido e con meno spazio per l'intrusività dell'autore sotto forma di informazioni forzate di psicologia.
Il romanzo censura anche diverse scene più esplicite riferite alla pubertà di Charlie che avevano causato un certo scandalo al momento della pubblicazione. Purtroppo senza quelle scene perde di senso la relazione tra Charlie, la madre e la sorella, e diventa meno comprensibile la ragione per cui hanno voluto allontanarlo da casa perché lo consideravano un pericolo. Le ragioni alternative sono deboli e decisamente l'anello logico debole di tutto il romanzo.
Vale la pena iniziare la lettura dal racconto, a costo di qualche spoiler sugli sviluppi della trama.
In italiano lo potete trovare nell'antologia di racconti Le meraviglie del possibile, una delle poche incursioni Einaudi nel mondo della fantascienza, insieme ad un buon numero dei migliori racconti classici, oppure nei Classici Urania 201 I premi Hugo 1955-1962, del Dicembre 1993.

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