martedì 1 luglio 2014

La valle dei cavalli - Jean M. Auel

Nel secondo volume della saga de I figli della terra seguiamo Ayla, uccisa ritualmente dal clan, mentre vaga alla ricerca dei suoi simili, seguendo le ultime istruzioni di Iza.

Ovviamente non va tutto come previsto, e si trova a vivere in una valle isolata, costretta a sopravvivere da sola.
Ayla si trova costretta ad inventare metodi di caccia per sopravvivere all'inverno, a capire come conservare il fuoco (e poi come accenderlo facilmente), i suoi progressi solitari si spingono fino all'addomesticamento, prima di Hinni, la puledra figlia della sua prima preda nella valle; fino a Piccolo, un cucciolo leone delle caverne che salva da una brutta morte, cura, nutre e con cui poi impara a convivere e cacciare.

Intanto nei capitoli dispari leggiamo la storia di due tizi di cui (per ora) non ci importa nulla, Giondalar e il fratello, che viaggiano verso est, incontrano tribù, fanno cose, e si rendono mediamente antipatici al lettore che vuole solo sapere di Ayla. Sapendo benissimo che sono destinati ad incrociarla prima della fine del romanzo, ci si sfinisce un po' a vederli tentennare, perdere tempo e rimandare le partenze, per qualcosa come tre anni di narrazione troppo dettagliata.

Arrivati all'incontro fatidico, uno dei due per fortuna muore, mentre l'altro si assume il compito di preparare Ayla in maniera non traumatica al rientro nella società Cro-Magnon, le insegna a parlare, a liberarsi delle sue abitudini da testapiatta, la prepara anche agli aspetti della società negativi e razzisti che la aspettano in quanto adottata dai testapiatta (il clan) e addirittura madre di un figlio mezzosangue.

Il romanzo è piacevole, non tanto a sé ma come preludio a qualcosa di più grande che per ora viene solo promesso. Come rullo di tamburi per la presentazione di tante meraviglie, innovazioni, idee, tutte incarnate da un'unica protagonista che il lettore supporta incondizionatamente.

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