mercoledì 16 luglio 2014

La sciamana di Chatsil - Kim Tong-ni

La sciamana di Chatsil, journal.

Kim Tong-ni con questo romanzo, ci immerge nella cultura unica della Corea degli anni '30, in cui convivono le pratiche sciamaniche, il buddismo, il taoismo e il più recente cristianesimo, a volte in conflitto tra loro, ma più spesso in coesistenza.

Questa coesistenza viene turbata quando Eul-Hwa, sciamana di successo, ritrova il figlio Yongsul. Avendolo lasciato anni prima ad un convento buddista perché avesse una buona educazione, si sorprende di trovarlo convertito al cristianesimo.

Yongsul è tornato per convertire la sua famiglia alla "vera religione" e si trova coinvolto con la madre in un tiro alla fune per la fede della (ignara e vagamente noncurante) sorella minore.

Le dinamiche famigliari vengono approfondite in maniera piacevole e garbata, a partire dalle vicende che hanno portato la madre sulla via dello sciamanesimo e i rapporti con la sua maestra spirituale, fino al racconto della conversione del figlio.

Mi stupisce una visione pro-cristiana, con il figlio che viene presentato come il più ragionevole ed onesto dei personaggi, aperto e disponibile ad interpretare e cogliere ogni aspetto positivo dello sciamanesimo. Mai intransigente e pronto ad accettare ogni buon insegnamento e valore tradizionale.
Mi fa sentire un po' ingannato, perché mi aspettavo una presa di posizione netta in favore delle religioni locali, contro quella invasiva e molesta.

L'impatto culturale per il lettore italiano, a digiuno di cultura coreana, è impressionante; mi ricorda le mie prime letture di autori giapponesi, intrise di cultura tradizionale e dall'apparenza inestricabile, di citazioni e riferimenti quasi casuali che faticavano a riordinarsi in maniera sensata. A posteriori mi sembrano molto più chiari, ma ho ancora ben presente il senso di estraneità che mi davano. La Corea è un altro mondo, con tradizioni ben caratterizzate e schematizzate, che ricorrono naturalmente nella vita e nelle abitudini di una sciamana. Le storie che racconta durante i riti sono dei piccoli spaccati di leggende difficili da interpretare ma con un grandissimo fascino, grazie alla loro origine variegata.

La traduzione è un po' traballante, a volte una nota a dei termini coreani sarebbe preferibile a delle scelte quasi comiche come il "miglio glutinato e non" nella cantilena sciamanica. Rovina l'atmosfera!

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