sabato 11 luglio 2015

3012. L'anno del profeta - Sebastiano Vassalli

3012 è un testo sacro, un finto testo sacro.

Ci parla di Antalo, il profeta di una nuova religione che sta per nascere, e la sua presa di coscienza sui cambiamenti che servono nel mondo.

Tutto il pianeta è in pace da secoli, si usa una forma di energia pulita distillata dalle frustrazioni e dall'odio tra le persone (sigh), e proprio questo dettaglio trasforma questo futuro in una distopia in cui le persone vengono raccolte in enormi città-centrale, dove possono essere stressate in maniera sistematica e ottimizzata.

Lo stile di Vassalli è impeccabile, struttura bellissima, una dedizione incredibile alla sospensione dell'incredulità, ogni idea balorda, aneddoto storico improbabile, tutto viene accolto una grande serenità che può derivare solo da secoli di analisi storica.

Chiudendo 3012 si rimpiange Antalo, gigolò virtuale, fuggiasco, venduto per organi, poeta, preda di un cacciatore, spia fraintesa, ma non si rimpiange il suo mondo troppo vicino al nostro per farci immaginare il peggio, per non pungolarci con le questioni etiche che solleva.

Non è un classico della fantascienza italiana? Dovrebbe esserlo, ma forse è troppo di qualità per etichettarlo come letteratura di genere escludendo tanti lettori non disposti a patteggiare con della fantascienza che mai si sognerebbero di prendere in mano.

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