Di morto in peggio è un libro della saga un po' sottotono.
Succedono tante cose, ma senza un filo conduttore (o due, da tradizione) che crei della tensione o un vero desiderio di continuare a leggere.
Tra i mannari Alcide diventa capobranco in maniera complicata, scontri interni del branco.
I vampiri sono sottosopra e dopo la caduta di Sophie-Ann, la Louisiana viene invasa e conquistata. Il nuovo re è Felipe de Castro, lo stereotipo dell'immigrante cubano in versione vampiro. La scusa con cui Sookie viene legata anche a lui è un po' patetica e probabilmente sarebbe bastato anche solo renderlo interessato ai poteri telepatici, senza sminuire un vampiro (re di un suo stato quindi probabilmente potente) facendolo legare e quasi morire nella prima scena in cui compare...
Finalmente la famiglia di Sookie si espande, conosciamo Niall Brigant, bisnonno e re delle fate, dall'atteggiamento ambiguo ma bendisposto, e proprio alla fine il figlio della cugina morta di Sookie, anche lui telepatico, che promette molto bene per il futuro della serie.
Amelia è il personaggio chiave, che mi stupisco sempre di più non sia stata inserita nella serie tv. Ha carattere, fa magie sceniche. Probabilmente la scelta di fonderla con LaFayette è stata dettata dal bisogno di avere la maggior parte del cast corale in ogni episodio, senza diluirlo ulteriormente.
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