venerdì 3 luglio 2015

Cronache birmane - Guy Delisle

La mia prima lettura di un reportage a fumetti di Delisle, Cronache di Gerusalemme, mi ha appassionato, istruito e portato in una spirale di informazione positiva, quindi non ho aspettato molto per riprovarci. Avrei voluto leggere Pyongyang, sulla Korea del Nord, ma la biblioteca passava solo le Cronache Birmane. Quindi... sono andato in Birmania!

Molto più di Gerusalemme, la Birmania trasmette un senso di estraneità, come tradizioni e cultura. Non c'è l'irrazionalità religiosa, ma una costante ed onnipresente irrazionalità politica, tipica delle dittature, ma solitamente più nascosta e sottile.

I piccoli episodi in cui è diviso il volume permettono di assaporare tante piccoli racconti, non necessariamente collegati. Si salta dalle isole (con muri e filo spinato) felici delle ambasciate, con piscine e lussi, fino alle cliniche nei sobborghi e ai quartieri dell'eroina, dove è il governo stesso a non voler cambiare la situazione, perché un giovane drogato è più gestibile di un giovane manifestante.

Incredibilmente agrodolce (e forse depresso) il finale razionale, con MSF Francia che si ritira dalla Birmania, non perché non serva più il suo intervento, ma perché il direttivo si rende conto che la dittatura li sta usando al posto di sviluppare un sistema sanitario nazionale, e che quindi restare sarebbe un modo per collaborare e supportare il regime.

Achtung! La lettura produce calore in maniera indiretta. Si suda in Birmania, si suda leggendo.

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