Nei mari del sud, journal.
Nei mari del sud è una miniraccolta di due racconti, Mackintosh e Honolulu.
L'ambientazione sono le Hawaii degli anni '20, prima dell'annessione agli Stati Uniti, quando ancora ogni isola era governata come un piccolo regno indipendente, e un governatore illuminato o dispotico potevano fare una grande differenza per la vita degli isolani.
Mackintosh ci parla del rapporto ambiguo tra un vecchio amministratore (Walker, il Mackintosh del titolo è il suo assistente e narratore) e la sua isola. Il desiderio di migliorare la vita degli indigeni, di costruire strade, di renderla più produttiva ed attraente, ma senza riuscire a spiegare questa sua passione a chi gli sta attorno. Apparendo dispotico e crudele ai suoi "figli" morali, che non hanno bisogno di spiegazioni ma di disciplina.
Il racconto è un crescendo di tensione tra l'amministratore sempre più odiato e costantamente ignaro dei cambiamenti sociali in corso dovuti al contatto con le altre isole, fino ad arrivare alla rivelazione e redenzione finale, per evitare il sacrificio e la punizione dei figli ribelli che l'hanno attaccato, ma senza capirne le conseguenze.
Honolulu ci parla della città, invece. Moderna, aperta al mondo, all'immigrazione da ogni angolo del mondo, ma ancora ricca del suo passato e delle sue tradizioni. Ci viene mostrata l'apertura con cui si sono fuse culture asiatiche, europee, locali, senza l'oppressione tipica e senza lotte per imporne una come dominante.
La superstizione che muove i personaggi è basata sul folklore locale, ma questo non impedisce a tutti di esserne influenzati ed intimoriti.
Honolulu non ha la presa del primo racconto, sembra un po' un lato B della raccolta, ma Maugham ha uno stile davvero piacevole, vive con molta intensità l'atmosfera delle Hawaii, anche se non mi spiego perché, non sembra averci vissuto per un periodo di tempo rilevante o avere dei legami speciali, a giudicare dalle sue biografie.
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