Pippi Calzelunghe farebbe Inorridire il genitore moderno. Pippi è un piccolo mostro irresponsabile e dannoso, che polverizza qualsiasi tentativo di educazione dei figli altrui.
Gioca con pistole cariche.
Si butta in un fosso pieno d'acqua "perché può".
Invita sconosciuti in casa.
Sale sul tetto.
Gioca in cima alle scale a pioli.
Mischia medicine a caso per poi assaggiarle.
Tiene animali in casa.
Beve quantità folli di caffè.
Si scontra con le autorità lottando con i poliziotti che la vogliono mandare a scuola.
Quando ci va spontaneamente si ribella al sistema scolastico.
Si butta da un po' qualsiasi posto alto in cui si trovi, case, alberi, scogliere.
Non prova neppure a gestire il suo (troppo) denaro.
Penso sia questo che la rende così affascinante per i bambini che leggono. Il senso di trasgressione in una lista sterminata di precetti inviolabili in qualsiasi casa.
Il libro è molto serializzato, brevi racconti che raccontano di una singola giornata o poco più dei due protagonisti, Tommy ed Annika, insieme al piccolo mostro dalla forza sovrumana, Pippi. La lunghezza è perfetta per l'attenzione di un bambino che legge, lo stesso i temi. C'è una macrostoria, ma appena il necessario per invogliare a riprendere la lettura per il capitolo dopo.
Ammetto che leggere Pippi Calzelunghe in un'unica sessione è stato molto stancante, è chiaramente il modo sbagliato di "usare" questo libro.
Il link originale sul sito di Ghibliworld. |
Ringraziamo di non avere tra le mani un altro caso Castello Errante (che tristezza), e ci godiamo tutto quel che sopravvive: gli storyboard preparati da Miyazaki per convincere l'autrice della fattibilità del progetto; il personaggio di Pippi riciclato prima in Mimiko di Panda Kopanda, poi in Mei di Totoro; passando per i panorami scandinavi che diventeranno ricorrenti nella produzione di Miyazaki, dopo il suo viaggio a caccia del consenso della Lindgren!
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