giovedì 20 febbraio 2014

Estranei - Taichi Yamada

Hideo Harada è uno sceneggiatore televisivo non più giovanissimo, divorziato, che si trova a vivere da solo in quello che era il suo ufficio.
Di notte il palazzo si svuota quasi completamente, nonostante si trovi su una via centrale di Tokyo. Restano solo lui ed una strana ragazza di cui impara a fidarsi e con cui stabilisce un legame basato sull'isolamento delle rispettive vite.

Estranei parla della solitudine della metropoli in maniera strana, toccante ed un po' inquietante. Parla di luoghi deserti dove tante persone si incontrano per mettere insieme le proprie solitudini individuali.
Harada, alla ricerca di una via d'uscita da questa solitudine, incontra i suoi genitori morti, parla con loro e vive un riflesso della sua infanzia, risolvendo poco alla volta i problemi che lo affliggono. Ma questa guarigione ha un prezzo notevole ed inaspettato.

L'atmosfera e lo stile narrativo giapponese permeano questo romanzo, che immagino sia autobiografico, visto che lavoro e dettagli del passato del protagonista coincidono fedelmente con quelli della vita di Taichi Yamada al momento della pubblicazione. La cornice sovrannaturale serve solo a trasmettere in maniera migliore i temi del romanzo.

Se siete amanti di Murakami, ed avete apprezzato o temuto il Dolphin Hotel, vi suggerisco di leggere Estranei, pubblicato un anno prima, e fonte di ispirazione in quanto a temi ed atmosfere cupe, calde e vuote. Non vi deluderà!

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