lunedì 10 febbraio 2014

Tre uomini a zonzo - Jerome K. Jerome

Ho adorato "Tre uomini in barca", un umorismo davvero raffinato e piacevole, che colpisce ancora in maniera molto attuale nonostante i suoi 125 anni d'età, in una specie di lezione sull'umanità che ci mostra come i difetti e le particolarità delle persone e della società, resistono indenni al cambiare della situazione sociale e della tecnologia.

"Tre uomini a zonzo" non è all'altezza, non tanto per la qualità, ma per il semplice fatto di essere invecchiato molto peggio. Il libro racconta di un viaggio (un Bummel) in bicicletta, attraverso la Germania, questa volta, ed i popoli tedeschi sono stati toccati molto più pronfondamente dalle guerre mondiali, rispetto agli inglesi di cui Jerome ci raccontava nel suo primo romanzo.

Si sente la mancanza del Tamigi, a rendere coesa la storia, anziché una raccolta più o meno sconnessa di aneddoti di viaggio, che però brillano comunque individualmente. Il pezzo sulle modernità delle biciclette, che non fanno altro che renderle più complicate e scomode e pericolose, è così terribilmente attuale, che fa supporre una ciclicità delle innovazioni destinate a fallire in campo ciclistico!

Gli ultimi capitoli non sono di stampo prettamente umoristico, si concentrano su una analisi (prima solo abbozzata durante la narrazione) del popolo tedesco, delle sue abitudini più o meno formali, sul sistema scolastico di stampo militare, sul rapporto tra le persone e le autorità e sulla radicata abitudine al seguire compulsivamente ogni legge, per quanto illogica, ed al punire ogni infrazione alla legge in maniera inflessibile, pur rischiando di sfociare nel ridicolo.

"Il cittadino tedesco è un soldato, che ha per ufficiale un poliziotto", ed il cittadino tedesco non ha aspirazione più grande che quella di essere controllato e guidato dall'autorità.
Jerome teme questa caratteristica del popolo tedesco, e vede con terrore questa mancanza di individualità, che sfocia in militarismo, con tutti i suoi pregi e difetti.
Le sue paure sono quasi profetiche delle guerre mondiali che incombevano sull'Europa e si sarebbero concretizzate in meno di quindici anni.

"Finora il tedesco ha avuto la grande fortuna d'esser eccezionalmente ben governato; se continua così, andrà a gonfie vele. Il guaio comincerà quando, per un motivo qualunque, qualcosa si incepperà nella macchina del governo. Ma forse il metodo ha il vantaggio di produrre una serie continua di buoni governanti."
O forse no.

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