domenica 2 febbraio 2014

Carta gialla - Charlotte Perkins Gilman

La carta gialla, journal.

Conoscevo la Gilman di fama, come protofemminista, e mi aspettavo un genere di racconto decisamente diverso.
Un manifesto del femminismo? Forse, interpretando e stiracchiando il racconto in maniera innaturale.
Un racconto horror? Anche peggio.

E' il racconto circa autobiografico di una depressione post parto curata in maniera superficiale ed un po' accondiscendente da una medicina ottocentesca che un po' ignora un po' ridicolizza i disturbi femminili. Qui finisce la vena femminista.
La protagonista costretta ad un riposo forzato, chiusa in una stanza, per riuscire a resistere all'isolamento osserva e cerca dei pattern in una carta da parati gialla (quella del titolo), che cambia e si deforma col progredire della sua condizione mentale.

Mi ricorda molto la serie di quadri di Louis Wain, in cui ritrae un gatto, sempre lo stesso soggetto, col progredire della schizofrenia, con risultati inaspettati che danno uno spaccato visivo di come percepiva il mondo.
La Gilman fa lo stesso con la sua percezione della carta da parati, con risultati altrettanto interessanti.

Lo libererò al più presto, è sicuramente un racconto che merita di essere letto ed apprezzato da più persone possibile!

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