sabato 15 febbraio 2014

La ragazza di fuoco - Suzanne Collins

Finito il primo volume della trilogia, si resta con un senso di vuoto. La storia finiva in maniera buona, restavano in sospeso pochi dettagli amorosi, ma l'ambientazione stessa impediva di immaginare un futuro negativo per la protagonista.

Ma questo seguito smonta ogni teoria di questo genere, e di spiega che invece può tutto andare storto!

La ragazza di fuoco si stacca subito dal modello di Hunger games, passando drasticamente dal libro di intrattenimento alla critica sociale aperta e diretta. Parla dei sistemi che un governo può usare per controllare le persone, la paura, l'intrattenimento, l'ignoranza. Parla di come spesso il desiderio di salvare e proteggere le persone attorno a noi sia più forte del desiderio di salvare se stessi.

Smette di essere una storia per giovani nel momento in cui Katniss non ha più il controllo della situazione. Nel primo romanzo era lei a guidare il gioco per la sopravvivenza, qui non è che una pedina in un gioco più grande e maturo, che la tiene all'oscuro di ogni sorta di segreti e dettagli perché potrebbe solo fare dei danni per quanto è in vista e incapace di controllarsi. Katniss resta il paio di occhi attraverso cui vediamo la storia, ma ha un ruolo incredibilmente passivo ed inconsapevole.
Insomma, il realismo della vita politica, seppur di un mondo distopico, impone che l'esperienza nel governare si possa raggiungere solo in molti anni di gavetta ed errori e selezioni. Da giovani si può essere un simbolo, forse, ma difficilmente una mente.

Dal punto di vista narrativo, nonostante sia meno travolgente di quanto mi aspettassi, la prosa scarna è sempre quella (niente effetto lievitazione dei seguiti che vediamo tanto spesso), la storia è più appassionante, gli ambienti più crudeli ed inaspettati, raramente un piano o un progetto vanno come i personaggi desiderano o come il lettore si aspetta. Si arriva letteralmente alla penultima pagina senza alcuna certezza, a parte che non si può smettere di leggere!

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