Casina, journal.
Rispetto alle altre commedie di Plauto, Casina è decisamente più complessa da seguire, da uomo moderno. Le allusioni e citazioni sono complicate da districare, servono note e postille in abbondanza per spiegare le battute, ed anche in quel caso sono solo una vaga guida per cercare informazioni autonomamente per chiarire la situazione politica, sociale, di gossip del momento.
La storia è semplice, il vecchio pater familias si innamora di una serva, lo stesso il figlio. Entrambi la vogliono maritare ad un servo di fiducia per averla a loro disposizione, e tutti si schierano in un senso o nell'altro, creando i più classici malintesi, litigi tra coniugi, inganni e uomini travestiti da donna per ingannarsi a vicenda. Perché il Bagaglino era già vecchio 2200 anni fa.
Ho trovato davvero strani i momenti surreali di metateatro in cui i personaggi si rivolgono direttamente al pubblico, ammiccando o spiegando dettagli dei loro piani "come se stessero pensando", oppure chiedendo un consenso o approvazione. È un espediente narrativo che in teatro ho visto solo in opere molto più recenti, ed in qualche modo non mi aspettavo in Plauto, soprattutto usato in maniera così spigliata.
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