Era da tanto tempo che un libro non mi avvinceva come The Hunger Games. Essere un libro per "giovani adulti" non ne sminuisce il valore.
Lo stile è essenziale, senza fronzoli, ci si trova in piena azione prima ancora di aver potuto guardare il panorama. L'ambientazione, i dettagli di questa distopia barocca colorata e carnevalesca, si allineano e mettono a fuoco un pezzo alla volta, guardando fuori dal treno in corsa!
Penso di essere stato trainato molto dalla scrittura al presente, che ho trovato molto raramente nelle mie letture. Sono un lettore visuale, e mentre nelle storie raccontate al passato mi sembra di leggere un resoconto di fatti già successi ed immutabili, con una storia al presente la mia mente li fa succedere in tempo reale, sembrano meno certi, non c'è un finale buono che aspetta solo di essere rivelato.
La storia non è originalissima, l'abbiamo già vista nel franchise di Battle Royale (un po' di film e qualche adattamento come manga). L'abbiamo vista in La Grande Marcia di Stephen King, pubblicato nel non-troppo-onorevole Urania 1001 sotto pseudonimo, in Italia. Ma non ci importa, soffriamo comunque con Katniss la sete, la fame, le ustioni, la difficoltà di uccidere per gioco.
In Hunger Games c'è una storia d'amore, ma non pensate a Twilight o alle ultime tendenze sulla sua scia. C'è, c'è persino un triangolo amoroso appena accennato, che suppongo giocherà un ruolo importante nel seguito della trilogia. Ma la storia d'amore c'è perché la protagonista - è adolescente ed è parte di quel che vive, ma non è funzionale alla trama se non in maniera decisamente antiromantica.
Katniss è l'uomo di casa, caccia, protegge la famiglia, va a combattere quando la sua morale le impone di farlo.
Hunger Games è stata la scoperta più piacevole dell'anno, in quanto a letture!
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